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JARED KILLEY.
In realtà non avevo la benchè minima voglia di studiare, non ci voleva un genio per capirlo, e dopotutto io per primo non l'avevo mai ammesso quanto studiare lo trovassi inutile. Avevo tonnellate di compiti, ma era raro che perdessi tempo a starci sopra. Quel pomeriggio avevo preferito questo, tutto questo: la tranquilla e pulita aria del parco, la luce calda del sole. Non avevo voglia di correre, ma di respirare quell'aria diversa. Ero arrivato un oretta fa e la prima unica e sola cosa che avevo fatto era stata sedermi sulla prima panchina trovata. Non prestavo molta attenzione a ciò che mi accadeva intorno, avevo bisogno di stare solo con i miei pensieri, nemmeno per un motivo in particolare a dire la verità. Era una di quelle giornate in cui ti alzi dal letto e ti senti diverso, ti senti strano e l'unica cosa che vuoi è stare da solo, stare tranquillo, perchè in una parte non troppo nascosta di te stesso sai che se lasci che qualcuno entri in questo tuo "spazio", non sai come reagirai. Zio Jeb diceva che era normale attraversare periodi simili... io piuttosto ero convinto di iniziare a sentire la frustrazione della mia condizione. Certo, vivo praticamente in una scuola dove non sono poi così speciale essendoci altri come me, eppure avere un amico, o comunque qualcuno con cui parlare solo della tua condizione, non generalizzandola, sapevo che sarebbe stato totalmente diverso. Essere un vampiro aveva di certo i suoi vantaggi, eppure una parte di me si sentiva inevitabilmente sola. Sarcastico vero? per uno che comunque nella propria vita aveva imparato a prendere coscienza della propria stessa solitudine famigliare. Mi passai la lingua sul labbro inferiore e socchiusi gli occhi, portando la testa all'indietro fino a sentire il freddo ferro della panchina scontrarsi contro la base del collo.
credits to danny. -
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SILKEN BENT.
Tornare da casa di un cliente era sempre più faticoso di quanto mi aspettassi, specialmente se camminavo su quelle scarpe e come al solito mi lasciavo prendere dalla bel sole, sempre presente a Los Angeles, e decidevo di farmi la strada tutta a piedi!
Alla fin fine camminare faceva bene e mi dovevo rassegnare che forse in quel posto non ci sarebbe stato nessun giorno di pioggia che mi avrebbe tenuto dentro casa nella tranquillità più assoluta...
Ma a chi lo volevo far credere?
Adoravo la pioggia e quando ero a casa, e per casa intendo questa volta la mia terra natia, mi piaceva spesso uscire e camminare sotto un ombrello mentre la pioggia leggera picchiettava sulla stoffa impermeabile che mi copriva la testa e l'arietta fresca mi accarezzava il volto.
In ogni caso li non c'era nessuna arietta fresca e dopo un po' che camminavo mi sentivo stanca ed accaldata, così tagliai per il parco e mi tolsi quella felpa rubata al mio ultimo cliente credendo che quel giorno almeno un po' le temperature si sarebbero abbassate...
Ed invece!
Era troppo caldo così finii per sedermi sulla prima panchina che trovai, tirandomi su i capelli con una mano ed accorgendomi solamente dopo che era già occupata da un giovanissimo ragazzo.
< Ops...
Non ti dispiace vero, se mi siedo qui? >
Chiesi sperando che non la stesse tenendo occupata per qualcuno, non avevo intenzione di rialzarmi.
credits to danny. -
.JARED KILLEY.
Forse nemmeno me ne accorsi quando sentii il calore del sole farsi meno presente contro la mia spalla destra e sentire il respiro non indifferente di qualcuno che capii si fosse seduto di fianco a me nel momento in cui avvertii distintamente una voce femminile riescheggiare nelle mie orecchie. Mi morsi il labbro in un gesto quasi automatico, ridendo tra me e me per l'ambiguità della situazione: avevo appena constato il mio quasi "bisogno" di conoscere qualcuno che non appartenesse a quella scuola, qualcuno con cui potessi parlare della mia vita, dei miei cambiamenti, e di colpo come piovuto dal cielo, ecco che arriva Lei. No, ovviamente non sto insinuando nulla, non avevo potere di preveggenza, non potevo di certo sapere cosa sarebbe accaduto a me, a lei, a nessuno... ma risi comunque per la stranezza di quella casualità. Sorrisi appena, senza farci troppo caso, e solo allora girai la testa di lato per poterla osservare. Sembrava più grande di me dall'aspetto, ma anche io ed il mio ingannavamo il carattere che la gente credeva che avessi, quindi avrebbe solo potuto sembrarlo all'apparenza. Probabilmente, o meglio quasi sicuramente, mi stavo facendo una marea di congetture. Era una bella ragazza, capelli castani ... ma la cosa che più mi incuriosì fu la felpa che teneva sotto braccio. ...no, certo che no... !, dissi semplicemente in risposa alla sua domanda, scuotendo appena la testa e girandomi meglio col corpo per averla più visibile al mio sguardo. avevi paura facesse freddo?, lanciai una piccola occhiata alla felpa, poi verso il sole, e di nuovo a lei. Al suo posto, se fossi stato come me, non mi sarei risposto, lo ammettevo. Non ero un tipo troppo socievole all'inizio, avevo bisogno dei miei tempi e dei miei modi per adattarmi alla presenza di qualcuno, senza contare che per quanto riguardasse persone mai viste prima d'ora, la mia prima paura era che facessero qualcosa, o che semplicemente qualcosa scattasse in me, tanto da non riuscire a controllare o peggio, scatenare, una possibile reazione in me. Senza rendermene conto, avevo preso a sospirare con più vigore.
credits to danny. -
.SILKEN BENT.
Fortunatamente quel ragazzo non aspettava nessun amico e quindi potevo rilassarmi su quella panchina, godendomi un attimo di tranquillità, eppure tanto lontano da casa non ero, avrei potuto resistere per un ultimo sforzo ma...
Sinceramente: chi aveva voglia?
Comunque chiusi gli occhi e mi rilassai qualche attimo prima di riaprirli e puntarli sulla figura del giovane con un sorriso appena accennato.
< Si, forza dell'abitudine... >
Dissi guardando quella felpa che finii per appoggiare sulla panchina.
Quando ancora ero in Europa in quel periodo dell'anno non si poteva pensare di uscire di casa senza una giacca, se pur leggera, invece li il sole non ci abbandonava mai!
< Sono quasi certa che fra poco inizierà a piovere...
Cioè!
Guarda che nuvole grige che ci sono in cielo! >
Dissi con ovvio tono ironico ed allargando un po' quel mio sorriso, in cielo non c'era una nuvola!
credits to danny. -
.JARED KILLEY.
Lo ammetto! alle volte avevo paura... non ero cambiato da abbastanza tempo, per poter dire di aver il controllo su ogni mia azione e reazione, era forse più per questo, che per carattere, che preferivo dare poca confidenza, mi veniva più facile restare alla larga e trattenere ogni reazione se mi limitavo a chiacchiere di qualche minuto e conversazioni altamente evitabili. Gli amici, l'amore, prevedevano tempo da passare assieme, la voglia c'era ma c'era assieme a lei anche tanta "paura". Mi persi ad osservare la ragazza di fianco a me, e sorrisi quando mi disse che la felpa era per la sua abitudine.. da dove vieni?, probabilmente odia persino me stesso per quella domanda, se le avessi dato poca confidenza sarei riuscito a troncare quell'incontro ancora prima che i dicessimo i nostri nomi. La sentii parlare, e aggrottai le sopracciglia alla sua domanda: avevo guardato quel cielo per diversi minuti prima del suo arrivo, ci ero stato sotto tutto il tempo, approfittando del calore del sole, e la limpidezza del cielo, sapevo che fosse privo di nuvoloni grigi come diceva lei... ma poi liberai a mia volta un sorriso divertito quando capii il suo tono ironico. ... sono Jared... , interruppi il silenzio che avevo creato... e ti trovo decisamente strana.. , aggiunsi subito dopo con lo stesso tono ironico che aveva utilizzato lei nel riferirsi al cielo.
credits to danny. -
.SILKEN BENT.
Da dove venivo?
Era una domanda molto difficile, insomma, rispondere avrebbe significato parlare di tutta la mia vita, ma forse in questo caso mi sarei salvata rispondendo con il nome della nazione in cui ero nata, senza stare a spiegare che avevo abitato un po' ovunque.
< Sono nata a Dublino, ma vivo da un po' di tempo da queste parti. >
Risposi con lieve sorriso, cosa che accadeva spesso quando ero di buon umore come in quel caso.
< E tu?
Sei di qui? >
Era una domanda più che lecita, Los Angeles era quel tipo di città piena di gente proveniente da ogni parte del mondo.
Io ne ero una prova, ma io in fondo ero anche un caso a parte, non riuscivo a stare ferma per troppo tempo nello stesso posto, non trovo mai un motivo per cui rimanere anni ed anni in una stessa città senza stancarmi.
credits to danny. -
.JARED KILLEY.
Quella ragazza mi faceva uno strano effetto... a guardarla da fuori sembrava una persona tranquilla e semplice, come di tante se ne vedevano spesso in giro. Una bella ragazza assolutamente, nulla da ridire. Ma più parlavamo e più mi rendevo conto che bastava scambiarci due parole per vederla tutto il contrario di quel che appariva. Lasciai per un istante da parte quello a cui stavo pensando.. come mai proprio Los angeles?, chiesi alzando leggermente le spalle... ... sono nato in California si... mi sono spostato solo di qualche chilometro.. , dissi senza specificare il perchè, dopotutto non vi era la necessità di farlo. E sorrisi divertito, tornando ora a pensando a ciò che proprio all'inizio mi aveva fatto rendere conto che fosse strana, Okay, magari ero io a vederla così, magari era solo più distratta di me. allora... esordii girandomi per bene verso di lei.. hai intenzione di farmi patire ancora, o me lo dici il tuo nome?, le faccio notare divertito.
credits to danny. -
.SILKEN BENT.
Ero distratta già di mio, probabilmente ero affetta da qualche deficit dell'attenzione, su questo ne ero certa, non riuscivo a stare troppo tempo concentrata su qualcosa che poi ogni altri piccola cosa diventava più interessante!
In più era mattina ed io odiavo la mattina...
Mi sentivo sempre stanca durante quel periodo del giorno, non avevo voglia di far nulla e solitamente continuavo a dormicchiare sul letto o guardavo la tv e cose del genere.
Comunque risi appena, divertita dalla mia totale mancanza di risposta alla sua presentazione.
< Mi dispiace, scusa, hai ragione...
Sono Silken!
E' un piacere conoscerti ed in effetti si, sono strana. >
Dissi ridendo ancora per quell'assurda conversazione che stava venendo fuori.
< Ma sai, non è il genere di cose da dire ad una donna. >
Aggiunsi scherzando, ovviamente, non mi ero offesa e tanto meno indispettita.
< Ho scelto Los Angeles senza pensarci troppo, ho abitato in così tante città e quindi L.A. doveva prima o poi finire nella mia lista! >
credits to danny. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)scusa il ritardo ç_çJARED KILLEY.
Non riescii a fare a meno di ridere quando si accorse subito dopo averglielo fatto notare, che aveva parlato per almeno una decina di minuti. AVeva parlato del tempo, da dove veniva, aveva fatto delle domande a me e chiesto a me persino come mi chiamassi, ma poi si è totalmente dimenticata di parlare del proprio di nome. Sorrido perchè quella ragazza un pò tra le nuvole ha attorno a se un alone di mistero che mi incanta e mi fa sentire curioso, si, qualcosa che dentro di me ho sempre trattenuto per paura di entrare troppo in confidenza con una persona da non saper contenere me stesso e ciò che ero diventato.... la stranezza non è sempre una cattiva cosa.. , dissi infatti, parlando dopotutto anche per me. La sola consapevolezza di non esser più un umano, non faceva necessariamente di me una cattiva persona. Ero solo.. diverso, ecco tutto. Risi ancora, quando mi fece notare che strana, non era l'aggettivo giusto da usare per una donna... mi passai la mano dietro la nuca, scompigliando i capelli biondi.. ... non sono bravo nei complimenti... ma il definirti strana non era qualcosa di cui arrabbiarsi ... mi piace, ti rende particolare. . Non che io avessi conosciuto così tante persone divertenti o speciali, ma qualcosa mi diceva che Silken avrebbe potuto diventarlo. E la sua risposta mi portò a provare un moto di curiosità che stavolta non trattenni.. ah si, e quali?, chiesi infatti. Non prendetemi per pazzo, ma questa ragazza mi ispira tranquillità.
credits to danny.
Need of relax |
